Gli istituti comprensivi, il Comune di Bagno a Ripoli e Siaf, si sono posti l’obiettivo di fornire per le scuole secondarie una merenda per metà mattinata che fosse buona, salutare e di filiera corta, educando così i ragazzi alla corretta alimentazione e al rispetto dell’ambiente. Già nella primavera 2019 alla scuola Redi è stata fatta una sperimentazione che ha dato risultati più che soddisfacenti e che ci ha dato la possibilità di mettere in atto un sistema condiviso, comunitario e innovativo per la distribuzione della merenda nella scuola.
Il progetto è già partito a fine ottobre 2019 alla scuola Redi. Le merende sono fisse, ogni giorno della settimana è prevista una diversa merenda. Il “menù” cambierà circa una volta al mese sulla base dei suggerimenti che richiederemo ai ragazzi stessi attraverso i loro rappresentanti.
Per il primo mese alla scuola Redi le merende sono le seguenti:
- Pizza (2 volte a settimana)
- Panino con tacchino, insalata e salsa verde (tutto preparato dai cuochi Siaf)
- Schiacciata con cosciotto di maiale cotto a lenta cottura senza conservanti
- Panino con prosciutto crudo di Parma
La base per la pizza, le schiacciate e i panini sono preparati da “il forno di Gabri” di Rufina con grani antichi di “Spighe Toscane” coltivati nel territorio di Bagno a Ripoli. Per diete speciali possono essere richieste merende specifiche attraverso l’ufficio scuola del Comune.
Il costo della merenda è di 1,50€.
Da fine ottobre 2019 è possibile prenotare con una app, denominata proprio “snack revolution”, scaricabile gratuitamente su Google Play e su Apple Store. Per i genitori è sufficiente la compilazione di un modulo con il quale si richiede l’adesione al progetto, dopodiché potranno accedere all’app, prenotare e pagare la merenda.
L’app è molto semplice e intuitiva. La prenotazione della merenda può essere fatta per l’intera settimana o solo per alcuni giorni e deve essere fatta entro le ore 10 del giovedì della settimana precedente. Sempre nella app è possibile vedere la merenda prevista per quel giorno. Il pagamento viene fatto con carta di credito attraverso un POS virtuale gestito dalla banca, quindi molto sicuro.
L’articolo sul sito de La Nazione del 2 novembre 2019